Brescia

Martina Inselvini

Pubblicato il Pubbl. il 13.10.2022

Brescia Permanente

Brescia e i suoi Paradisi. Un progetto di Michelangelo Pistoletto

Nel 2015, la realizzazione di 6 installazioni del Terzo Paradiso in luoghi aggregativi della città ha attivato un dialogo collettivo sul rapporto centro-periferia.

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Crediti: Ambiente Parco

Nel 2015 in occasione dell’Expo di Milano, Cittadellarte – Fondazione Michelangelo Pistoletto realizza a Brescia il progetto dal titolo “Terzo Paradiso – coltivare la città”.

 

L’iniziativa non è nuova: ha infatti coinvolto nel tempo diverse istituzioni culturali e territoriali in tutto il mondo con l’obiettivo di realizzare, attraverso installazioni, performance ed eventi, l’utopia terrena dell’artista, ovvero una coesistenza pacifica tra uomo e natura.
Brescia si inserisce in questo flusso ben consolidato grazie alla collaborazione con l’Ordine degli architetti della Provincia di Brescia, con il Comune di Brescia e con la Fondazione Brescia Musei, riprendendo alcune tematiche dell’Esposizione Universale di quell’anno, in particolare il concetto di rigenerazione urbana.

 

Ma in cosa consiste questo progetto?

 

Questi tre cerchi uniti tra loro (vedi immagine 1) sono la rappresentazione grafica del Terzo Paradiso: il simbolo è stato pensato a partire dalla riconfigurazione di quello matematico dell’infinito in cui però ogni cerchio ha un significato a sé. I due cerchi esterni rappresentano l’uno l’artificio (che coincide con il concetto di città) e l’altro la natura. Queste due sfere contrapposte tra loro trovano un equilibrio solamente al centro grazie al terzo cerchio (il grembo generativo del Terzo Paradiso) che li congiunge creando speranza per il futuro della collettività.

 

L’obiettivo è infatti quello di ripensare gli spazi urbani, riportando la natura e il giardino-orto all’interno delle città a partire dalle periferie. L’agricoltura può diventare quindi il punto di partenza per un’architettura illuminata e responsabile che abbandoni i materiali inquinanti e il cemento a favore di un’innovazione energetica, etica e sociale. Ma questo simbolo non parla solo al microcosmo delle nostre città: è un simbolo di speranza e responsabilità necessario per la sopravvivenza futura della nostra civiltà planetaria.

 

Per dirla con le parole dell’artista: Il Terzo Paradiso mira alla ri-conciliazione tra polarità diverse come natura e artificio e si può realizzare solo attraverso l’assunzione della responsabilità sociale collettiva1.

 

Questo progetto è approdato a Brescia con l’installazione di 6 diversi Terzi Paradisi: due permanenti (e tuttora visitabili) ovvero quello all’interno del Viridarium del Museo Santa Giulia realizzato con pietre antiche e lamine in alluminio (vedi immagine 2) e quello che si trova al centro del Parco dell’Acqua realizzato in gomma naturale di caucciù miscelata con resine naturali.

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Crediti: @cittadellarte

Le altre installazioni, di carattere temporaneo, sono invece state le seguenti:

 

-Palazzo Martinengo: realizzata in metallo trattato con sistema TRIPLEX

-Istituto scolastico V. Chizzolini: realizzata con palline da tennis in feltro

-Istituto scolastico F. Lana: realizzata con lattine in alluminio riciclato

-Istituto scolastico San Polo 1: realizzata con frammenti di roccia vulcanica

 

Attraverso la scelta dei luoghi delle installazioni, si è cercato di mantenere attivo il dialogo idealmente teorizzato dall’artista tra il centro città e la periferia, posizionando le opere in punti nevralgici della cultura e della collettività come musei, parchi e scuole.

 

L’obiettivo culturale della città di Brescia e della poetica di Pistoletto risiede infatti in una partecipazione attiva della cittadinanza che sintetizzi e realizzi attraverso l’arte una commistione di opposti solo apparentemente distanti: città/natura, centro/hinterland, passato/innovazione.
Questa eterogeneità la ritroviamo anche nella scelta del tipo di materiali utilizzati dall’artista: tutti diversi tra loro e apparentemente inconciliabili che però, ad opera finita, si armonizzano perfettamente senza creare spaesamento.

 

E questo è ciò che davvero si augura Michelangelo Pistoletto: partire dalla materia, dagli spazi di tutti i giorni, per arrivare a consolidare pian piano un progetto completamente pensato per la nostra quotidianità che ci possa dare gli strumenti per realizzare un futuro fatto di innovazione, equilibrio ed armonia.

Citazioni:

1. Michelangelo Pistoletto, 2003