Darfo Boario Terme

Viridarium del Museo di Santa Giulia
Martina Inselvini
Pubblicato il Pubbl. il 13.10.2022
Brescia Permanente
Nel Viridarium del Museo di Santa Giulia, il capolavoro del Maestro dell’Arte Povera invita a riflettere sul trinomio Arte – Città – Natura.
Immaginate: state passeggiando per il centro storico di Brescia e, camminando senza una meta, vi ritrovate in Via Musei. L’avete inforcata da Piazza Tebaldo e una delle prime cosa che incontrate è l’incredibilmente ben conservato complesso del Museo Santa Giulia.
Con curiosità, passate sotto l’arco a volta della struttura ma, un consiglio: fate piccoli passi e non dimenticate di dare un’occhiata e soffermarvi nel giardino alla vostra destra prima di dirigervi verso la biglietteria.
Se lo farete, vedrete infatti un’opera d’arte contemporanea che si inerpica ostinatamente sul muro del museo e che vi infila le radici: un’installazione allo stesso tempo sia verticale che orizzontale, fatta di materiali vecchi e nuovi, che non è stata pensata e realizzata a Brescia ma che ha comunque un valore universale e che rappresenta alla perfezione le doppie anime antica e moderna della nostra città.
Cos’è?
Per capire di cosa si tratti, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo di 7 anni, nello specifico alle porte dell’estate del 2015 quando Michelangelo Pistoletto realizza e installa a Brescia 6 diverse rappresentazioni dell’opera che prende il nome di Terzo Paradiso utilizzando materiali naturali o derivanti da processi di riciclo (per approfondire, leggi qui).
Ma cos’è, in poche parole, il Terzo Paradiso? Il simbolo ha origine in quello dell’infinito al quale si aggiunge un terzo cerchio centrale. I cerchi più lontani rappresentano due opposti: l’artificio, ovvero la città, e la natura. Questo contrasto tra le due polarità riesce a sanarsi solamente grazie al cerchio centrale, il grembo generativo del Terzo Paradiso, che permette ai due antagonisti di trovare una dimensione di armonia ed equilibrio. Nel concreto Pistoletto utilizza questo concetto filosofico e apparentemente poco terreno per lavorare invece sul nostro quotidiano e per spingere le città ad attuare una rigenerazione in senso ecologico ed energetico: attraverso l’arte e la rappresentazione grafica di questo simbolo, l’artista spinge lo spettatore/attore a lavorare concretamente sul futuro proprio e della sua comunità, cittadina e globale.
Crediti: Città dell'arte.
Ora che abbiamo compreso meglio il significato di questo curioso simbolo, ritorniamo al Viridarium del Museo Santa Giulia (il posto nel quale ci eravamo lasciati all’inizio della nostra passeggiata immaginaria e punto di partenza ideale del percorso artistico di Pistoletto a Brescia): questa installazione (vedi immagine n.1) mette in relazione antichi reperti lapidei, appoggiati a terra, con sottili lamine in alluminio fissate alla parete, in un simbolico dialogo tra l’espressione artistica del mondo antico e quella del presente (1). I materiali diversi e contrapposti tra loro e il gioco di livelli che si è creato tra il piano orizzontale e verticale la rendono un unicum nella storia del Terzo Paradiso e un perfetto esempio della natura antico/contemporanea della nostra città secondo la vice-sindaca Laura Castelletti (2).
Quest’opera è stata pensata per avere carattere permanente (ed è visitabile nei giorni e negli orari di apertura del museo) e aiuta a rafforzare sempre di più il rapporto che la città di Brescia ha con l’arte contemporanea ma non solo: ribadisce l’attenzione verso le persone che la abitano e che sono chiamate ad interagirci e a riflettere insieme sul ruolo dell’arte, della natura e della sostenibilità nella nostra società.
Quindi, un consiglio: se passate da Brescia, fate due passi in Paradiso!