Brescia

Nicolò Fiammetti

Pubblicato il Pubbl. il 27.11.2022

Brescia Permanente

Ritagliarsi del tempo. La Fanzine 00 di Luertís

In un dialogo composto da frammenti ed immagini, l’osservatorio creativo di via Trieste ha dato vita ad un progetto editoriale collettivo.

Immagine: Fanzine 00

Se in questi giorni passate per via Trieste, al civico 55 potrete sfogliare un libro d’arte composto a 50 mani. All’interno, ogni pagina è diversa dalle altre per stile, forma e contenuto. Si tratta di “Fanzine 00”, progetto ideato da Anna Vezzosi e Costanza Riva di Luertís: una rivista composta da 25 artworks eseguiti da altrettanti autori, invitati a realizzare un’opera d’arte su carta destinata a confluire in questo eccezionale catalogo corale.

 

Poche e semplici regole: i partecipanti hanno acquistato in negozio il toolkit (una bustina contenente dei ritagli di carta di diverse forme e colori) e realizzato l’artwork con i pezzi all’interno, arricchendo il tutto con tecniche a piacimento. Disegno, collage, mosaico, frottage, anche poesie. Un’unica misura “tecnica” da adottare (anche per garantire l’auto-produzione dell’intera iniziativa): uniformare il formato e non eccedere, nella composizione, le dimensioni di un foglio A4.

 

Per riconsegnare il lavoro, Costanza e Anna hanno dato appuntamento ai partecipanti il 14 ottobre, con l’obiettivo di far incrociare, anche solo per qualche minuto, gli autori di questo progetto collettivo negli spazi del negozio. Il concept store di via Trieste (o osservatorio creativo, come lo definisce Costanza, la Direttrice creativa) si è quindi trasformato per 48 ore in un polo aggregativo di scambio e confronto.

Immagine: Fanzine 00

Alcune tra le 25 pagine del volume riportano motivi geometrici fitti, dalle trame sottili. Altre alternano gigantografie di parti anatomiche avvicinate ad architetture complesse, altre ancora giocano sul confine tra ritratto e caricatura. 

 

“Fanzine 00” oggi è una rivista, ma nelle scorse settimane è stato qualcosa di più, e sicuramente di molto diverso. Un workshop diffuso, una palestra di fantasia, un’opportunità per ritagliarsi dei momenti durante i quali allenare la propria inventiva in maniera del tutto disinteressata. Se si lavora in settori che non richiedono particolari sforzi di creatività, diventa ogni giorno più difficile mettersi alla prova e intrattenersi con il mezzo artistico per il puro gusto di farlo. A volte c’è bisogno di un input che provenga da fuori e che inviti non solo a riprendere familiarità con le proprie potenzialità espressive, ma anche a concedersi un momento di pausa dalla dialettica della produttività, con il solo obiettivo di  progettare qualcosa di autentico e genuinamente divertente. Senza competizioni e senza giudizio. Il risultato è coloratissimo, fate un salto in via Trieste per sfogliarlo.