Brescia

Via Trieste
Nicolò Fiammetti
Pubblicato il Pubbl. il 02.11.2022
Brescia Permanente
Le origini ignote di un animale sospeso a tre metri da terra hanno dato vita alle leggende più fantasiose, dai rimandi alla venerazione pagana al ricordo di un macellaio di quartiere.
All’incrocio tra via Trieste e via Agostino Gallo, una statua sospesa raffigura un bue d’oro con la zampa alzata all’interno di un baldacchino. Il manufatto è prezioso solo all’apparenza: il gesso e la foglia d’oro rivestono in realtà una scultura lignea, la cui datazione è ignota, così come la sua committenza. Durante i secoli, l’animale è diventato oggetto di affetto e affezione da parte degli abitanti di via Trieste e dintorni, tuttavia la sua origine e il suo significato rimangono ignoti. Le interpretazioni e le narrazioni che orbitano attorno a questo simbolo sono diverse (e fantasiose): abbiamo scelto di riportarne due, la prima afferisce ad una dimensione sacra, la seconda ad una dimensione più prosaica.
Secondo alcuni, il bue d’oro potrebbe essere un omaggio ad un’altra statua, di dimensioni ben più grandi, raffigurante lo stesso animale e completamente in oro, sotterrata nei pressi dell’attuale piazzetta Giovanni Labus, dove sorge l’antica Basilica Romana. Questa statua sarebbe stata oggetto di venerazione pagana, in quanto il vitello è considerato un animale sacro, dagli Egizi fino ai Romani. A creditare questa ipotesi il fatto che la Vittoria Alata, oggi custodita all’interno del Capitolium, fosse stata ritrovata proprio in quella zona.
Crediti: Bue d’Oro, retro. Ph: Wolfgang Moroder
La seconda leggenda riferisce la statua del bue all’attività di un macellaio di via Trieste che, nel XIX, volle celebrare il suo successo commerciale nel settore con la creazione e l’affissione di un’insegna sfarzosa raffigurante l’animale, simbolo zoomorfo della sua fortuna e del suo profitto.
La cittadinanza locale ha sempre manifestato un legame vivo e affettuoso con il manufatto, tanto che nel gennaio 1923 il Bue d’oro venne trascinato su un carro trainato da altri buoi per le vie della città, accompagnato da grandi feste e da orde di folla. Nel gennaio 1973, invece, la statua è protagonista di un incidente: un camion la fece precipitare al suolo spezzandole la gamba destra. Restaurato dai fratelli Bettini, il Bue d’oro tornò al suo posto con una breve cerimonia il 17 febbraio 1973.