Galleria dell'Incisione

Nicolò Fiammetti

Pubblicato il Pubbl. il 29.10.2023

Brescia Temporanea

La scultura vista da dentro. Bergomi, Rivadossi e Scarpella alla Galleria dell’Incisione

In occasione della VI Edizione di Officina della Scultura promossa da Fondazione Piero Cattaneo, tre artisti bresciani scrivono un nuovo vocabolario degli affetti, tra disegni e sculture.

Ph: Pier Parimbelli

Tre artisti bresciani, oltre trenta opere tra sculture e disegni che si snodano in un percorso meditativo di straordinaria delicatezza. In via Bezzecca, la Galleria dell’Incisione ospita fino al 12 novembre la mostra “Lessico Famigliare”, un nuovo vocabolario visivo all’interno del quale le forme di Livio Scarpella, Giuseppe Rivadossi, Giuseppe Bergomi restituiscono tre modi diversi di raccontare gli affetti.

 

Il primo rapporto “famigliare” è proprio quello che unisce gli artisti alla Galleria, un legame sigillato non solo dalle numerose esposizioni susseguitesi negli anni, ma dal rapporto di stima e fiducia che li lega alla storica dimora bresciana. E proprio attorno alla dimensione domestica si sviluppa la loro ricerca, che ritrae membri della loro famiglia – nel lavoro di Scarpella e Bergomi – o che indaga il senso stesso dell’abitare – la casa, il mondo – nel lavoro di Rivadossi.

 

Contrariamente a ciò che si è portati a pensare, tra le opere scultoree in mostra e quelle grafiche sussiste un rapporto di reciprocità, ma non di complementarietà. In “Lessico Famigliare” i disegni hanno una loro dimensione che, nel tempo in cui sono stati realizzati come nel loro senso, conta una propria autonomia. Non sono studi preparatori della forma plastica, ma descrivono piuttosto un modo alternativo di eseguire il ritratto. Talvolta il disegno anticipa di molti anni uno stesso soggetto scultoreo, ma entrambe le produzioni sono compiute ed esemplificative di una distinta progettualità.

In foto, le opere di Livio Scarpella, Giuseppe Rivadossi, Giuseppe Bergomi

“Lessico Famigliare” si inserisce nella VI Edizione di Officina della Scultura, promossa da Fondazione Piero Cattaneo e a cura di Marcella Cattaneo. La Fondazione, nata a Bergamo ma attiva sul territorio regionale, si è trovata quest’anno per la prima volta a lavorare a Brescia, e ha sviluppato attraverso questa edizione nuove collaborazioni, sia con artisti ancora presenti nel campo della scultura, sia con le istituzioni culturali della città e provincia.

 

Tra le realtà che hanno preso parte a questa rete, anche la cantina Ca’ del Bosco, che ha aperto eccezionalmente il celebre Parco della Scultura, con un programma di visite guidate. La cantina ha annunciato quest’anno l’istituzione di un premio riservato ad artisti under 40: il vincitore di questa prima edizione verrà presentato alla Biennale d’Arte di Venezia del 2024. Anche la Raccolta dei Campiani ha accolto il pubblico con delle visite guidate alla Collezione d’Arte Ambientale privata: il parco che ospita questa sorta di museo vanta infatti una raccolta unica, composta da serie di opere realizzate site-specific firmate da molti protagonisti dell’arte contemporanea.

 

Non solo collezioni. Con l’obiettivo di avvicinare il pubblico al processo scultoreo, prima che all’opera finita, Officina della Scultura ha ideato un tour che conduce alla scoperta degli atelier di importanti artisti tra Bergamo e Brescia, da Piero Cattaneo a Gianni Grimaldi, da Giuseppe Bergomi a Viveka Assembergs, tra gli altri. Entrando in diretto contatto con i laboratori creativi di questi scultori, il visitatore ha l’opportunità di osservare la scultura da dentro, comprendendo le motivazioni e le tecniche che hanno portato alla realizzazione della forma plastica e sperimentando in prima persona la delicatezza del rapporto tra arte e sfera abitativa.

 

“Esiste un’osmosi tra la dimensione domestica, quindi famigliare, e lo studio degli artisti”, racconta la curatrice del progetto Marcella Cattaneo. “Nel mondo di oggi vediamo tantissime cose ma non riusciamo a soffermarci. Entrare all’interno della scultura, capire come l’artista ha operato, partendo dalle cose che puoi toccare, permette di trasportare il visitatore dalla parte tecnica a quella più concettuale”.

 

Ciò che risulta da questo lavoro di mappatura dei luoghi della produzione scultorea del XX secolo è l’impossibilità di scindere l’arte dai contesti in cui è stata generata. Che sia allestita in una galleria, in una collezione privata, o in un atelier, la forma modellata conserva sempre in sé gli affetti e le relazioni umane che l’hanno ispirata.