Museo Diocesano di Brescia

Museo Lechi
Redazione
Pubblicato il Pubbl. il 16.04.2023
Brescia Temporanea
L’affascinante storia personale di Gaetano Bonoris e le vicende progettuali del castello di Montichiari (edificato tra 1890 e 1900) attraverso oltre cinquanta opere.
Dal 15 aprile al 24 settembre 2023
A cento anni dalla scomparsa di Gaetano Bonoris (1861-1923) il Comune di Montichiari, la Fondazione conte Gaetano Bonoris, l’Archivio di Stato di Brescia e la Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda – promuovono due eventi espositivi volti a riscoprirne l’affascinante storia personale oltreché le vicende progettuali del castello di Montichiari edificato tra 1890 e 1900 attraverso oltre cinquanta opere esposte.
Filantropo, benefattore, banchiere dalla ricchezza proverbiale, Gaetano Bonoris è stato troppo spesso giudicato una personalità controversa, in passato accusato di misantropia ed eccessiva avarizia. Una narrazione obliqua purtroppo favorita dalla distruzione per volontà dello stesso Bonoris di tutta la sua corrispondenza privata ed infine negativamente condizionata dalla lunga causa giudiziaria, intentata dopo la sua morte, per invalidarne il testamento che nominava suo erede universale la Congrega della Carità Apostolica di Brescia e la fondazione che porta oggi il suo nome a beneficio dell’infanzia malata e abbandonata.
Le attente ricerche d’archivio che hanno preceduto queste due mostre dissipano finalmente molte ombre permettendo una più corretta e oggettiva lettura biografica della figura di Bonoris attraverso il ritrovamento di inediti documenti. Il corposo fondo archivistico che testimonia l’attività dell’Amministrazione Bonoris, depositato presso l’Archivio di Stato di Brescia, permette inoltre di seguire da vicino la vita di un intraprendente milionario di primo Novecento – quale era il conte Gaetano – con straordinaria ricchezza di aneddoti e di materiali meritevoli di essere valorizzati.
La mostra all’Archivio di Stato – curata da Debora Piroli e Paolo Boifava – evocando dunque nel suo titolo un detto popolare ancora noto tra le provincie di Brescia e di Mantova, racconterà così al pubblico il contenuto cartaceo della celeberrima “borsa di Bonoris”, in un’affascinante quotidianità di affari correnti, viaggi, gestione di grandi proprietà, battute di caccia, fornitori di beni di lusso dall’Italia e dall’Europa.
Nel 1890, all’età di ventinove anni, Gaetano Bonoris fu anche e soprattutto il protagonista di un intervento architettonico audace e stupefacente con la ricostruzione del castello di Montichiari, caparbiamente voluto per dare forma alle ambizioni del proprio immaginario figurativo, nel solco di un Medioevo sognato, che ebbe nella seconda metà dell’Ottocento il suo ultimo revival nazionale. La mostra allestita al museo Lechi darà conto dei due diversi progetti che portarono all’edificazione del castello nel giro di un decennio. Il primo affidato all’architetto bresciano Antonio Tagliaferri
(1835-1909) – bruscamente interrotto per le insanabili diversità di pensiero con il ricco committente – presentato da una selezione delle bellissime tavole progettuali, conservate nel Fondo Tagliaferri
della Fondazione Ugo da Como. Il secondo, condotto a termine sostanzialmente dallo stesso Bonoris, verrà invece documentato solo nella parte del complesso cantiere decorativo con i notevoli e mai esposti acquerelli preparatori realizzati dal pittore piemontese Guseppe Rollini (1842-1904), aderendo ai modelli culturali del Borgo e della Rocca Medievali di Torino edificati nel 1884 e al campionario storico dei più celebrati castelli di Piemonte e Valle D’Aosta, che riecheggia nell’architettura della Rocca di Montichiari.
La mostra sarà infine l’occasione per presentare dipinti, documenti inediti e oggetti appartenuti a Gaetano Bonoris. Tra questi spicca uno stupefacente servizio da tè e caffè in argento dorato, certamente realizzato dal noto argentiere francese Jean-Valentin Morel verso la metà dell’800 e forse acquistato da Bonoris in vista dell’ospitalità che egli diede a re Umberto I a Montichiari nell’estate del 1890. Un’ultima sezione della mostra permetterà infine di sottolineare la scelta straordinaria compiuta dal conte Gaetano alla fine della sua vita con la nascita della Fondazione Bonoris e l’ingentissima donazione delle sue sostanze a beneficio dei meno abbienti e dell’infanzia più sfortunata.