Museo Diocesano di Brescia

Museo di Santa Giulia
Margherita Animelli
Pubblicato il Pubbl. il 13.10.2022
Brescia Temporanea
Attraverso la tecnica della cancellatura, Il Maestro Emilio Isgrò cancella Brescia in una mostra diffusa che vuole ripensare il passato e plasmare nuovi futuri scenari.
Dal 23 giugno 2022 al 16 aprile 2023
Da martedì a domenica 10:00-18:00
Maggiori informazioni qui
Emilio Isgrò invade Brescia con la colossale esposizione curata da Marco Bazzini Isgrò cancella Brixia. Il percorso si snoda come una caccia al tesoro nel cuore di Brescia, toccando i punti nevralgici, culturali e non, della città: il Parco archeologico di Brescia romana, riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2011, il Museo di Santa Giulia e la stazione metropolitana FS.
Nelle sale espositive del Museo di Santa Giulia ci aspettano le suggestive sculture di un discobolo e di un avambraccio, pervase da sciami di formiche, e una serie di tredici grandi tele appese intitolate Brixia come Atene. Realizzate a partire dal 2013, esse raffigurano scene della routine della polis greca parzialmente cancellate di bianco. La firma di Emilio Isgrò è la cancellatura, fin da quando l’artista la ideò all’inizio degli anni Sessanta. Ho cominciato a cancellare le parole perché evidentemente mi accorgevo che bisognava approntare delle difese nei confronti di una società mediatica che fondava la propria comunicazione soprattutto sull’immagine iconica: Isgrò vuole insomma regalarci la libertà di pensare da soli. Distruggere serve per ricreare, perché cancellare non può essere un gesto distruttivo se dà origine all’immaginazione. Lungo il corridoio, in sottofondo, siamo accompagnati dal potente monologo di Didone tratto dal melodramma Didone Adonàis Dòmine.
Il video dell’opera teatrale, scritta da Isgrò e prodotta da Fondazione Brescia Musei e da Centro Teatrale Bresciano, e messa in scena il 22 giugno 2022 nel contesto mozzafiato del Teatro Romano, è fruibile integralmente nella sala del museo. La poliedricità di questa straordinaria opera è infinita, poiché essa si trasforma da pittura a teatro, da scultura a videoinstallazione. Nella sala centrale del Capitolium infatti ci troviamo davanti all’opera digitale più grande mai realizzata da Isgrò, Le api di Virgilio, opera ispirata ad un episodio del Libro VI dell’Eneide. Come in altre opere del ciclo, l’artista opta per una collaborazione: il videomapping è realizzato da DrawLightMe Young Immersive Studio. Le api proiettate, che si posano sulle epigrafi romane cancellandone le scritte e allo stesso tempo componendo nuove parole, sono le vivaci portavoci del messaggio che sta dietro alla cancellatura.
Crediti: Photo Ela Bialkowska OKNO studio scaled
Nel giardino del Chiostro rinascimentale del Museo di Santa Giulia ci troviamo davanti a una grande struttura co-prodotta con Arte Sella che ha le sembianze di un congegno musicale: L’armonium delle allodole impazzite. Attorno a noi sentiamo echeggiare la Casta diva, tratta dalla Norma di Vincenzo Bellini. La Casta diva è la luna, e la sacerdotessa Norma in quest’area le dedica una preghiera. Sopra le nostre teste, appesa alle arcate del portico, una miriade di gabbiette cinguettanti ma vuote.
Arrivando o partendo dalla Stazione di Brescia vi troverete di fronte alla più grande installazione site specific della serie, che appunto chiude, o apre, il ciclo. Incancellabile Vittoria è un monumentale omaggio al ritorno della Vittoria Alata a Brescia.
Occupando non solo i luoghi culturali ma anche spazi comuni, quotidiani, raramente dedicati ad ospitare opere d’arte, Isgrò rende complici della sua grande opera tutti noi, non addetti ai lavori inclusi – come Isgrò chiama amichevolmente il pubblico non direttamente coinvolto nel mondo dell’arte – che inciampiamo sovrappensiero in uno dei suoi interventi camminando per le vie di Brescia, cancellandoli con il nostro passaggio come fossimo piccole formiche.