APALAZZO GALLERY

Davide Paoletti

Pubblicato il Pubbl. il 24.10.2023

Brescia Temporanea

La vita delle forme. Nathlie Provosty da APALAZZO GALLERY

I gesti corporei si sommano e sovrappongono come stratificazioni pittoriche: in mostra da APALAZZOGALLERY la grammatica della comunicazione corporea di Nathlie Provosty.

Nathlie Provosty, Kinesics , Installation View at APALAZZOGALLERY, 2023 Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY, Brescia, Italy. Photo Credits Melania Dalle Grave, DSL Studio

Arrossire, volgere lo sguardo altrove, accennare un sorriso, sistemarsi i gemelli. Il corpo parla, spesso più di quanto vorremmo e spesso, il corpo tradisce. Segnali di cosa vorremmo davvero dire, di quanto siamo contenti di stare in quella situazione, del falso che stiamo dichiarando. Sembra che la verità dentro di noi premi tanto da espandersi e fuoriuscire. È proprio questo che indaga la cinesica, la scienza che dà il titolo alla mostra, i significati dietro ogni movimento fisico, spesso in disaccordo con quello che invece stiamo dicendo. Premere ed espandere: oltre il linguaggio verbale, oltre lo spazio della tela.

 

Le forme slittano, i colori sfumano ed un’eco sfasato si staglia ed espande sulla superficie delle opere di Provosty. Strutture complesse emergono dalle tele geometriche solo dopo un’attenta osservazione, poiché sono continui gli spostamenti spaziali ottenuti attraverso le scale cromatiche indagate al loro interno. La fruizione delle opere di Provosty differisce in base al punto di vista che adottiamo per osservarle e dove ci collochiamo a livello prossemico.

 

Le diverse spaziature caratterizzate da finiture qualora opache ed altre riflettenti, permettono alla luce di svelarne o censurarne porzioni a seconda dell’angolazione. Solo posizionandosi vicino alla tela lo sguardo si re-impone e questa si lascia attraversare per aprire davanti a noi una spazialità illuministicamente profonda e far sorgere domande su quelle forme misteriose. L’indagine del colore attraverso scale monocromatiche è poi da sempre al centro del lavoro dell’artista. Dinamiche e spazialmente profonde sono le tele in mostra oggi da APALAZZOGALLERY.

 

Trovano spazio lavori che comprendono le scale dei verdi e dei bianchi, così come altri più oscuri e profondi come i blu e i neri. Spesso la tonalità dell’ultimo strato, applicato sulla superficie del quadro, prosegue sui lati della tela permettendo una propagazione simile a quella sonora. Certe volte, come interferenze dissonanti, si insinuano invece su quegli stessi bordi colori altri.

Nathlie Provosty, Kinesics , Installation View at APALAZZOGALLERY, 2023 Courtesy the artist and APALAZZOGALLERY, Brescia, Italy. Photo Credits Melania Dalle Grave, DSL Studio

Con questa nuova serie di lavori Provosty conferma la straordinaria intuizione visiva sugli equilibri interni alla tela che la caratterizza dall’inizio della sua carriera. Tra pitture dalla forma minimalista e carte incorporate in cornici di resina colorata, i lavori di dimensioni minore suggeriscono attraverso i lati sagomati una prospettiva tridimensionale.

 

Il dinamismo vigoroso innestato in particolare modo nelle grandi tele è una svolta nella produzione di Provosty, che in Kinesics sottolinea più che mai quanto la luce stessa sia materia costitutiva alla base della sua pittura. Compaiono graffi, colature e colpi di pennello sconnessi, ma senza tralasciare l’abilità magistrale nell’applicazione del pigmento che contraddistingue l’artista. Provosty crea la propria semiotica, il suo universo sistemico di relazioni interne. Sarebbe inutile atomizzare i testi visivi di Provosty come insieme di tanti segni, particolarmente interessante è invece inter-leggerne i complessi di relazioni. Se ogni pennellata ne è un singolo elemento, queste assemblate in strutture di significazione diventano un linguaggio. Provosty danza attorno a forme che sembrano tendersi verso il figurativo pur rimanendo concettualmente astratte.

 

Ci spingiamo a credere che siano numeri, a volte lettere poco decifrabili o forse frammenti di corpi quelli che si stagliano tra le sue sfaccettate spazialità. Ma forse raccontano semplicemente la vita delle forme che hanno premuto contro i confini e si sono espanse altrove, in una storia che è un po’ anche la nostra.