Museo Lechi

Redazione

Pubblicato il Pubbl. il 13.01.2023

Brescia Temporanea

MAGNASCO. Tre capolavori. Un mondo

La mostra presenta due capisaldi del catalogo artistico di Alessandro Magnasco, prestati da una collezione privata, databili intorno al 1715 e raffiguranti due interni di cucina caratterizzati da una straordinaria attenzione al dato reale della vita quotidiana nelle fastose cucine di nobili dimore dell’epoca.

Opera in mostra

Dal 17 dicembre al 15 ottobre

 

Da mercoledì a sabato 10-13 e 14.30-18
Domenica 15-19
Maggiori informazioni qui

 

Ogni anno il Museo Lechi propone una mostra dossier allestita in una sala appositamente dedicata per presentare ed approfondire capolavori – poco noti o mai esposti – provenienti da collezioni private o pubbliche e in dialogo con dipinti esposti nel percorso permanente del museo. Questa nuova occasione espositiva presenta due capisaldi del catalogo artistico di Alessandro Magnasco, prestati da una collezione privata, databili intorno al 1715 e raffiguranti due interni di cucina caratterizzati da una straordinaria attenzione al dato reale della vita quotidiana nelle fastose cucine di nobili dimore dell’epoca. Concepiti en pendant, i due dipinti sono prova esemplare di una pratica, quella della pittura a più mani, che non era inconsueta nell’attività delle botteghe artistiche tra Sei e Settecento, in particolare nel quadro della produzione di scene cosiddette “di genere”. Sulle due tele, infatti, è stato ravvisato l’intervento di almeno tre artisti, forse quattro: uno specialista di architetture, per preparare lo scenografico sfondo entro cui ambientare le figurette in abiti d’epoca; un abile “naturamortista”, per i coloratissimi cibi – frutta, animali, carni appese, pani e suppellettili – delle due cucine; e infine un pittore, il Magnasco, per i personaggi, nobili e popolari, che tali spazi abitano. Le due tele (cm 95×120 ognuna) saranno messe a confronto nella stessa sala con un terzo capolavoro del pittore genovese già conservato al Museo Lechi intitolato: Rovine architettoniche con pitocchi e soldati (olio su tela, cm 148×208) In questo grande dipinto Magnasco raffigura le tematiche più note della sua iconografia ispirata alla letteratura picaresca: dal ciarlatano, ai giocatori, dall’altalena al concertino, fra un bric-à-brac di sgabelli, fucili, tamburi sfondati, brocche, ceste, pezzi di armatura, elementi tutti distribuiti con consumatissima perizia di scenografo negli spazi grandiosi e abilmente mossi e variati da Clemente Spera (1661 circa – 1742) a cui è qui affidata la realizzazione delle rovine architettoniche immaginaria dove è ambientata la scena.