Val Camonica

Nicolò Fiammetti

Pubblicato il Pubbl. il 02.11.2022

Guide

Arte in Val Camonica, andata e ritorno

Non un itinerario di *tutta* l’arte da vedere in Val Camonica, piuttosto una selezione di luoghi sorprendenti, associati ad una sensazione di autentica quiete. Dal Lago di Iseo è un attimo, la Valle soprannominata “dei Segni” si dispiega dopo cinque o sei gallerie: si comincia da Pisogne.

01

1534

Chiesa di Santa Maria della Neve

Pisogne

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Crediti: Giornale di Brescia

La “Cappella Sistina dei Poveri”, secondo Giovanni Testori. Le scene raffiguranti la Passione di Cristo affrescate da Girolamo Romanino sono affollate e vibranti, popolate da personaggi catturati nei loro movimenti dirompenti. Romanino è riuscito a trasporre sulle pareti un’etica e un’estetica del lavoro, ritraendo le fisionomie di chi in Val Camonica abitava e lavorava. Le ciocche dei capelli compatte, i corpi contorti e sgraziati, le prospettive alterate: tutto contribuisce a rendere Santa Maria della Neve il palcoscenico di uno splendido teatro popolare.

02

1491-1493

Chiesa di Santa Maria Assunta

Esine

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Crediti: Santa Maria Assunta, Esine

Indubbiamente la chiesa più bella della Valle. L’abside e il presbiterio presentano gli affreschi di Giovanni Pietro da Cemmo realizzati a fine 1400 e meravigliosamente conservati. Un moto centripeto, compatto e coloratissimo che converge nella mandorla del Cristo Pantocrator.

03

XII secolo

Pieve di San Siro

Cemmo

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Crediti: San Siro, Capo di Ponte

L’edificio di origine romanica sovrasta il fiume Oglio da uno sperone della montagna. Si accede da un portale laterale (decorato con dei bassorilievi a motivi vegetali e animali di una squisita raffinatezza): la chiesa manca del lato ovest, inglobato nella roccia. L’interno è austero, spoglio, ma sono impressionati i gradoni in roccia sul fondo della navata volti a far sedere la platea di fedeli. Da una delle piccole finestre è possibile affacciarsi e vedere il panorama che abbraccia Capo di Ponte, i paesi limitrofi e il fiume sottostante.

04

1537-1541

Chiesa di Santa Maria Annunciata

Bienno

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Crediti: Santa Maria Annunciata, Bienno

A Bienno il Romanino lascia la sua firma nel presbiterio dell’Annunciata con lo splendido Sposalizio della Vergine e la Presentazione al tempio. Scene sempre affollate e popolari, più romantiche e meno attorcigliate di quelle a Pisogne e Breno. L’immediata connotazione ritrattistica valorizza il tono narrativo, che accentua la psicologia attraverso le fisionomie e contribuisce all’edificazione di un “racconto emozionato”.

05

1530 circa

Chiesa di Santa Maria del Restello

Erbanno

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Crediti: Ph. Irene Testa

Nella chiesa di Erbanno, il lodigiano Callisto Piazza segna la sua prima esperienza nel territorio camuno. Gli affreschi, datati 1526 raffigurano la Decollazione del Battista e l’incantevole San Giorgio che salva la principessa. In quest’ultima scena permea una ferma compostezza. L’impugnatura gentile della briglia speculare alla spada pronta a sferrare il colpo, le balze plastiche del vestito e le accorte anatomie del cavallo rendono la raffigurazione del Santo turco un vero capolavoro.

06

1783

Via Crucis della Parrocchiale di Cerveno

Cerveno

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Crediti: Ph. Nicola Baroni

14 stazioni con 198 imponenti statue a grandezza naturale intagliate nel legno. Il capolavoro di Beniamino Simoni è la reminiscenza dei Sacri Monti lombardi del 1500. Realizzate nel 1700, le sculture di Simoni riflettono la Passione come fatica corporea prima ancora di riflettere il dolore. Di nuovo, è la fatica del lavoro. Gli esecutori di Cristo, nei corpi come nelle fisionomie, incarnano coloro che in valle scavavano, pascolavano, plasmavano il ferro, in una processione popolaresca dai connotati ritrattistici intensi.

07

II secolo

Santuario di Minerva

Breno

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Crediti: www.vallecamonicaccessibile.it

Scoperto nel 1986 e aperto al pubblico nel 2007, il santuario si rivela dopo una brevissima passeggiata che costeggia il fiume Oglio. Il luogo di culto è stato costruito attorno alla raffigurazione scultorea di Minerva (il cui originale si trova oggi al Museo Archeologico Nazionale di Cividate Camuno). Le rovine e gli splendidi mosaici attualmente visitabili ben testimoniano l’eleganza e la complessità del sito.

08

-

Museo Etnografico

Lozio

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Crediti: Museo Etnografico Lozio

A Villa di Lozio, il Museo Etnografico è lo scrigno vivo della comunità antica e di quella moderna. Conserva testimonianze della civiltà montana e contadina, suppellettili, strumenti del lavoro, pizzi, icone votive, immagini sacre e scene familiari. Attraverso il prezioso lavoro della residenza d’artista Falìa si costella ogni anno di opere di artisti contemporanei che imparano la storia locale e la cristallizzano in codici figurativi attuali.

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