Brescia

Nicola Baroni

Pubblicato il Pubbl. il 30.03.2023

Intervista

PirloTalk con Fausto Gilberti

Confessioni davanti a un pirlo, parlando poco. 

Nel 1987 – a 17 anni – Fausto Gilberti ha iniziato disegnando 562 personaggi diversi su un foglio di 25 per 40 centimetri. Ora scrive e illustra le biografie dei grandi artisti a modo suo.

BIO

Artista e autore di libri per bambini, Fausto Gilberti è nato a Brescia nel 1970. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera e ha iniziato a esporre le proprie opere alla fine degli anni Novanta. I protagonisti dei suoi disegni sono personaggi stilizzati con occhi grandi e corpi sottilissimi, che si stagliano su uno sfondo bianco indefinito. Per Corraini editore ha realizzato le biografie illustrate di molti artisti contemporanei – tra cui Piero Manzoni, Marcel Duchamp e Yves Klein – e storie pazze come Il circo del nano e della donna barbuta e L’orco che mangiava i bambini.

01
L’artista più antipatico che hai biografato?

Corraini Edizioni

Nessuno, mica li ho conosciuti di persona. Louise Bourgeois il meno affine a me.

02
Chi vorresti disegnasse la tua biografia?

Chiederei a Banksy. In fondo me lo deve, se non vuole che riveli la sua identità!

03
Cosa sogni di illustrare?

Foto di Lindsay Melbourne

La copertina di un cd degli Idles.

04
La cosa che preferisci di Brescia?

Angelo Inganni, Donna che cucina con lo spiedo, ora in mostra a Palazzo Martinengo

Lo spiedo è la prima cosa che mi viene in mente.

05
Il luogo bresciano che ami di più?

xtremeadventure.it

La Maddalena: una vera montagna in centro alla città. Ci vado a correre e in bicicletta.

06
Cosa manca in città?

Guggenheim Museum Bilbao

Un museo d’arte contemporanea.

07
Il tuo tavolo da lavoro

Foto di Fausto Gilberti

Mi piace disegnare anche in cucina, su un vecchio tavolo segnato dal tempo dove preparo anche il pranzo e la cena.

08
Cosa stai leggendo?

Il Saggiatore

09
Dalla finestra cosa vedi?

Foto di Fausto Gilberti

A nord invece vedo la Valtrompia.

10
Dovessi salvare un solo disegno?

Forse l’ultimo, quello che sta lì sul tavolo da disegno, magari non ancora finito.